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I molti volti dello Schiava

Ogni Schiava è diversa dall’altra: vi sono per esempio le varianti Lago di Caldaro, Meranese e Val Venosta, senza contare la variante nobile, S. Maddalena. Ognuno ha il suo proprio stile ed una nota distintiva. Questa ricchezza di sfumature dà origine ogni anno alla Vernatschcup, che anche quest’anno si è svolta in alta quota a Monte San Vigilio.

Dal 50% e oltre della produzione complessiva dell’Alto Adige di una volta, la quota della Schiava è visibilmente scesa e si attesta  attualmente al 23%. Tendenza: in ulteriore calo. Naturalmente la Schiava non possiede quel colore scuro intenso richiesto nei vini  rossi di oggi, non ha quella concentrazione che vantano i vini rossi premiati, non ne ha né la struttura, né il corpo. Però è fruttato, morbido, con un’acidità molto bassa; ed è un piacere sorseggiarlo. La sua leggerezza ed il suo contenuto alcolico, decisamente  minore rispetto ai rossi di gran nome, lo rendono interessante a prima vista. La Schiava ci racconta dell’Alto Adige, dei suoi abitanti e del suo incomparabile paesaggio. Lo Schiava è radicato in Alto Adige come nessun altro vino. A seconda dell’ubicazione e della  zona di coltivazione possono essere prodotti diversi Schiava.

La zona di coltivazione più estesa è quella attorno al Lago di  Caldaro. La variante Lago di Caldaro, con il suo bouquet piacevolmente floreale è il più famoso degli Schiava, con le sue note  soavi e fruttate in un corpo armonico. Il celebre S. Maddalena viene coltivato a Bolzano, ai piedi del Renon. È il più deciso e  strutturato fra gli Schiava. L’Alto Adige Schiava proviene invece dai comuni di San Michele-Appiano, Termeno e Cortaccia. In  queste zone la gamma è molto ampia, ma in genere risulta più intenso rispetto alla variante Lago di Caldaro. Il Meranese, oppure  Colli di Merano, presenta sentori e carattere più marcati fra tutti i vini Schiava. A Merano e comuni limitrofi si coltiva il vino da molti  secoli. Con oltre cento ettari di superficie coltivata a vite, la città termale di Merano rappresenta una delle zone coltivate più estese dell’intero Alto Adige. I campi di uva schiava con le caratteristiche pergole contribuiscono non poco al fascino del paesaggio  meranese. Spesso lo Schiava viene presentato come accompagnamento ideale per uno spuntino come si conviene. Grazie alla sua succosità e alla moderata presenza di tannino rappresenta un vino ideale a tutto pasto. Si abbina egregiamente a piatti di  carne bianca e a molti piatti della tradizione italiana a base di pomodoro. Si accompagna anche al pesce.

Vernatsch Cup


10 anni  or sono Ulrich Ladurner, Othmar Kiem e Günther Hölzl diedero vita alla Südtiroler Vernatsch Cup, allo scopo di promuovere la  diffusione dello Schiava di qualità. L’atmosfera unica dell’hotel vigilius mountain resort, con il suo particolare design, costituisce un  palcoscenico ideale per promuovere il vino. Dopo una valutazione attenta, una giuria internazionale composta da enologi,  sommelier e giornalisti specializzati provenienti dall’Italia e dalla Germania, proclama il vincitore del titolo “Schiava dell’anno”. A  seconda del territorio di coltivazione le Schiava altoatesine presentano diverse varianti. Per tenere nel debito conto queste  varianti, i vini vengono suddivisi per zone, e quindi degustati e valutati separatamente.

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